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12

giugno

‘Un passo indietro per la prevenzione dei rischi naturali e la messa in sicurezza del territorio’

 

Secondo i geologici, il testo delle Norme Tecniche per le Costruzioni inviato a Bruxelles è deludente e permangono criticità, che evidenziano come un ristretto numero di soggetti di estrazione universitaria ritiene di dover escludere la componente geologica dal processo di costruzione dei progetti di opere che interagiscono con il suolo e il sottosuolo.

Questo pensiero viene rafforzato dal tentativo costante di trasformare le stesse Norme Tecniche in un testo di legge che, invece di disciplinare gli aspetti tecnici della progettazione, per come è concepito, sconfina di fatto, nel definire quali professionisti debbano svolgere determinate attività. La conseguenza che ne deriva, secondo i geologi, non è solo quella di limitare competenze vanificando l’approccio multidisciplinare al progetto, ma di fallire nella finalità primaria della norma tecnica: la sicurezza delle opere e del territorio.

Le fasi del progetto secondo i geologi

I geologi ritengono che un progetto debba essere articolato nel seguente modo, partendo da una preliminare conoscenza degli aspetti geologici:

  1. scelta del tipo di opera o dell’intervento e della programmazione delle indagini geologiche, geotecniche, sismiche, idrologiche, ecc…);
  2. caratterizzazione e modellazione geologica del sito e dell’ambito geomorfologico significativo;
    3. caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni e delle rocce presenti nel volume significativo e definizione dei modelli geotecnici di sottosuolo;
  3. definizione delle fasi e delle modalità costruttive;
  4. verifiche della sicurezza e delle prestazioni;
  5. programmazione delle attività di controllo e monitoraggio.

Inoltre, la fase di programmazione delle indagini deve mirare a un momento unico tra tutti i progettisti specialisti che concorrono alla redazione del progetto riconoscendo al progettista il coordinamento, la gestione e l’approvazione del fondamentale momento della progettazione.

Una articolazione anomala

La versione attuale delle NTC prevede due fasi distinte per l’investigazione del sottosuolo: una di tipo geologico e l’altra di tipo geotecnico evidenziando che, solo di quest’ultima, è responsabile il progettista. Tale articolazione è, secondo i geologi, anomala, soprattutto perché fonte di sperpero di risorse: non sarà semplice, per i tecnici e gli amministratori pubblici, comprendere una norma che ancora una volta prevede, con un notevole aumento di spese, una doppia campagna di indagini anziché un’unica campagna di indagini organizzata tra le diverse componenti tecniche.

Secondo i geologi, è attraverso il piano delle indagini che si acquisisce la conoscenza indispensabile ai requisiti di sicurezza: la divisione prevista tra componenti e fase distinte del piano delle indagini, elimina il carattere unitario di formazione delle conoscenze della zona che deve ospitare la nuova opera e potrebbe essere fonte di errori nella progettazione.

In sostanza, è fondamentale assicurare piena coerenza tra relazione geologica, modellazione simica e relazione geotecnica.

Secondo i geologi, le Norme Tecniche, così come approvate, se applicate rigidamente, mettono in crisi anche le procedure regionali ricordando che il DPR 380/2001 delega le Regioni all’attività di applicazione, vigilanza e controllo sulla progettazione e realizzazione delle costruzioni anche per quanto riguarda gli aspetti connessi con funzioni di polizia giudiziaria.