I sondaggi geognostici permettono di analizzare il suolo in profondità per la valutazione delle sue caratteristiche geologiche e geotecniche. È possibile operare in generale una classificazione dei sondaggi in sondaggi indiretti e sondaggi indiretti: i primi prevedono l’utilizzo di attrezzatture che consentono di raccogliere materiale dal sottosuolo mentre i secondi implicano l’uso di attrezzature che, invece, rimanendo in superficie, analizzano la composizione del sottosuolo.
Sondaggi diretti
I sondaggi diretti possono essere a percussione o a rotazione: entrambi i metodi estraggono frammenti di roccia e permettono di costruire profili litostratigrafici del sottosuolo – è comune realizzare la scheda stratigrafica. Con questi metodi si possono avere difficoltà di identificazione delle ruditi (brecce, ghiaie, puddinghe). Peraltro, nel caso in cui occorra materiale roccioso non alterato è necessario effettuare un sondaggio con metodo di carotaggio continuo atto ad effettuare prove di resistenza o costruzioni stratigrafiche/litologiche, in quanto si ottengono campioni integri e indisturbati; la lunghezza standard è di circa un metro e per l’attività petrolifera si arriva anche a comporre carotieri che permettono di recuperare circa 18 metri continui di carota in una sola discesa di carotiere.
Il carotaggio può essere semplice – costituito da una camera di raccolta e da uno scalpello in testa che agiscono nello stesso modo e che consentono di ottenere campioni integri ma disturbati dal movimento di rotazione – o doppio – formato da una parte esterna ed una interna che permettono di ottenere campioni integri e indisturbati.
I metodi dei sondaggi indiretti
Per quel che riguarda i sondaggi indiretti, esistono altrettanti metodi, quali il geoelettrico e il geosismico.
Il metodo geoelettrico è il più facile e il meno costoso, adatto a studi idrogeologici e per l’individuazione del limite depositi sciolti o intrusioni di acqua salmastra. Tra i vantaggi da riconoscergli vi è la possibilità di utilizzare come sorgente elettrica la batteria di un’automobile per il suo funzionamento fino a profondità di 80-100 m: la strumentazione è una cassetta 60x40x40, 4-5 picchetti metallici, 2 mazze, filo elettrico per 100-150m, batteria con raddrizzatore. Tra gli svantaggi, invece, rientrano la limitatezza delle profondità esaminabili limitate, le difficoltà locali nel posizionamento dei picchetti e l’impermeabilizzazione del suolo che impedisce di piantare gli stessi picchetti. Sotto i 100 m, le risposte possono essere poco significative. I risultati migliori si hanno quando è possibile tarare lo strumento con la stratigrafia della zona.
Il metodo geosismico prevede invece lo sfruttamento della capacità delle rocce di modificare la velocità delle onde sismiche per la cui creazione è necessario l’uso di esplosivi. In montagna è facile spostarsi di tanto rispetto alla pianura e, generalmente, il metodo viene adoperato per profondità relativamente basse. Si misura la riflessione delle onde sismiche causata dai vari strati litici, a seconda che siano più o meno coerenti. Le onde, infatti, evidenziano le superfici di separazione: se esse sono inclinate si ricorre al doppio tiro, ovvero allo scambio di posizione tra geofono e punto di scoppio. Dall’analisi comparata si ottengono, infine, i dati geometrici dei piani di separazione.